MACROSS - IL FILM

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(Chòjikù yòsai Macross: Ai oboeteimasuka - 1984)
(lungometraggio d'animazione)

Regia di: Shoji Kawamori
Sceneggiatura di: Sukehiro Tomita
Storia originale di: Shoji Kawamori

Prodotto da: Tsuneyuki Enomoto, Akira Inoue, Hitoshi Iwata
Produzione: Big West, CBS, Shogakukan Inc., Tatsumoto Production
Animazioni: Studio Nue

EDIZIONE ITALIANA: Yamato Video

La fine degli anni 70 e lo Studio Nue, nel mondo dell'animazione, sono legati indissolubilmente da nomi come Capitan Harlock e Yamato. Leji Matsumoto, le astronavi della flotta Yamato e i robot della mitica serie Gundam costituiscono le principali influenze di Shoji Kawamori, ideatore di Macross, e del suo collega Haruhiko Mikimoto, principale artefice e character design di personaggi e storia. Ecco dunque la nascita della "fortezza superdimensionale-temporale Macross", ibrido tra le navi spaziali Yamato e dei robot da combattimento alla Gundam.

La storia che si cela dietro la serie e ai film inizia con l'arrivo (la caduta sul nostro pianeta) di una nave spaziale altamente tecnologica, frutto di tecnologia aliena. I potenti del mondo decidono di allearsi e riparare, riadattando il tutto alle misure umane, questa nave, che viene così varata 10 anni dopo, in tempo per l'attacco della razza degli Zentradi contro il pianeta terra. Da questo momento in poi la super fortezza Macross vagherà per lo spazio con all'interno una vera e propria colonia terrestre. Questo lungometraggio, tratto dalla nota serie, si sofferma sulle storie del cadetto Hikaru Ichijo, sulla cantante Lynn Minmay, sul maggiore Misa Hayase, oltre alle influenze della cultura terrestre sulle culture aliene degli Zentradi e delle loro nemiche Meltrade.

Tra guerre su multipli livelli, combattimenti e storia d'amore, Macross si piazza con successo sul filone del cinema d'animazion giapponese degli anni 80. Il giovane Kawamori crea abilmente (a 4 mani con Mikimoto) l'universo di Macross e ne allarga la storia su 500.000 anni di evoluzione. Si perchè terrestri, Zentradi, Meltrade e protoculturiani sono prodotti consecutivi dell'evoluzione della stessa specie. Questo crea nel tempo il giusto grado d'odio di cui le maggiori razze si servono per combattersi e anche il punto d'incontro di una futura pace. Il grande successo della serie (che doveva contare 26 episodi, allungati poi a 36) spinse i produttori a creare una versione cinematografica della storia e a programmarla ancora a serie non conclusa. Ecco anche perchè ritroviamo nello staff del lungometraggio grosso modo i realizzatori della serie originale. Le linee grafiche infatti si rifanno tantissimo alla serie e, dunque, anche al suo stile, cosa che ha penalizzato il prodotto finale. Infatti troviamo sequenze in cui i frame, disegnati con poca correlazione l'uno con l'altro, scorrono a gran velocità, dando sì la sensazione di movimento ma anche di una certa confusione.

La storia riprende un po tutta quella illustrata della serie, con qualche lieve sfumatura, il tutto riassunto nelle quasi due orette di lungometraggio. Qui infatti già troviamo la SDF-1 (il nome della fortezza Macross) in viaggio e con Hikaru già pilota e la giovane Lynn Minmay già cantante affermata, anche se soltanto al suo primo album. Il perno centrale comunque rimane l'intreccio tra i tre protagonisti, rilegando in secondo piane le sequenze d'azione, sempre importanti alla fine della storia, ma satelliti agli eventi di questa. Il livello di dettagli, per l'epoca, è di alto livello. Le animazioni come il character design dei personaggi (look e personalità) risultano molto più curate, grazie anche agli ottimi ritorni economici della serie, che hanno dato più respiro allo staff nella migliore realizzazione del progetto. Ultimo appunto va fatto per le musiche, altro cardine di Macross. I motivi scritti per il personaggio di Minmay sono splendidi e ben caratterizzano i momenti della storia, fino alla fine degli eventi

Un lungometraggio straordinario, imperdibile per i fan delle serie di Gundam e soci, ma pienamente godibile, grazie alla sua storia, anche da chi si affaccia da poco al mondo dell'animazione. Anche se correva l'anno 1984 è da sottolineare la scelta, nel lungometraggio, della data in cui viene firmata la pace tra le razze aliene e i terrestri: l'11 settembre. A portare la pellicola in Italia è la Yamato Video, in più edizioni. Quella esaminata è la seconda, del 1999, su supporto VHS che certamente non esalta il video, sempre nel classico formato 4:3 e l'audio monofonico. Attualmente il lungometraggio è fuori catalogo.



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